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Conferenza dell’European Migration Network su accoglienza e integrazione

Il 6 e 7 ottobre 2016, a Roma, si terrà la conferenza nazionale dell’European Migration Network (EMN ) dedicata al tema: “Accoglienza e integrazione: il ruolo delle piccole e medie città”.  La conferenza di svolgerà presso l’Aula Convegni del Consiglio Nazionale delle Ricerche in piazzale Aldo Moro 7.

La Conferenza, dedicata all’accoglienza e all’integrazione dei rifugiati nelle piccole e medie città italiane, intende riunire i principali attori coinvolti in tali ambiti – istituzioni nazionali ed europee e terzo settore –, al fine di presentare modelli di “accoglienza diffusa” e percorsi di integrazione a livello locale. Affronterà diversi argomenti: l’accoglienza e l’integrazione in Italia e in Europa, le esperienze locali di accoglienza e integrazione nel nostro Paese, le politiche e le pratiche del Piano di Integrazione italiano.

L’EMN è una rete istituita dal Consiglio dell’Unione Europea con la finalità di fornire informazioni aggiornate, obiettive e comparabili in materia di immigrazione e asilo alle istituzioni comunitarie, alle istituzioni degli Stati membri e ai cittadini e quindi di sostenere i relativi percorsi decisionali. Il punto di contatto nazionale italiano del programma EMN è composto dal Ministero dell’Interno, che funge da coordinatore, e dal Dipartimento Scienze Umane e sociali, Patrimonio culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Per partecipare occorre compilare entro il 30 settembre 2016 una scheda di iscrizione. Ai partecipanti verrà rilasciato, su richiesta, un attestato.

Il programma della conferenza

Scheda registrazione alla conferenza

 

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Education at a Glance 2016. Il report dell’OCSE sull’istruzione

L’struzione secondo l’Ocse: pubblicato”Education at a Glance 2016“, il report dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) che, dal 1992, offre un resoconto periodico sullo stato dell’istruzione dei 35 paesi membri.

“Education at a Glace” analizza i sistemi di istruzione dei 35 Paesi membri dell’Ocse, oltre ad Argentina, Brasile, Cina, Colombia, Costa Rica, India, Indonesia, Lituania, Federazione russa, Arabia Saudita e Sud Africa. Evidenzia come, se l’obiettivo principale dei governi è di ridurre le disuguaglianze relative all’istruzione e di aumentarne gli investimenti, per garantire (Sustainable Development Goals) “un’istruzione inclusiva e promuovere opportunità di lifelong learning per tutti”, soltanto 12 paesi, raggiungono il livello auspicato per almeno cinque dei dieci obiettivi indicati. La situazione non è differente per i Paesi UE, dove solo 6 dei 22 Paesi membri raggiungono il parametro di riferimento degli obiettivi individuati, tra cui i più complessi appaiono la qualità dei risultati dell’apprendimento e le competenze di studenti e adulti.

Il report evidenzia come: i paesi hanno individuato nuove modalità, oltre la spesa pubblica, per finanziare l’istruzione (spendono una media di 5,2% del loro PIL); gli squilibri di genere persistono e le donne fanno ancora fatica ad entrare in  programmi di dottorato o equivalenti; i sistemi di istruzione svolgono un ruolo fondamentale per l’integrazione degli immigrati nelle loro nuove comunità e nel mercato del lavoro del paese ospitante; istruzione e cura della prima infanzia di elevata qualità migliorano di fatto il rendimento degli studenti nei cicli successivi.

Education a Glance 2016 

La scheda dell’Italia

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Ad ottobre il Terzo Forum Europeo della Microfinanza

Si terrà a Roma, il 19,20,21 ottobre prossimi, il Terzo Forum Europeo della Microfinanza, (3°FEM ) – EuropeanMicrofinance Forum.
Il Forum costituisce un interessante appuntamento in cui istituzioni pubbliche, operatori del settore privato e organismi non profit, a vario titolo competenti in materia di sviluppo economico e sociale ed accesso al credito, possono confrontarsi e dibattere.

L’iniziativa è articolata in una prima giornata di apertura con alcuni interventi introduttivi, seguiti da due tavole rotonde dedicate ai modelli di microcredito e alle opportunità di impiego dei Fondi strutturali per l’attuazione di progetti.
La seconda giornata offrirà un programma di ben 14 workshop dedicati, fra gli altri temi, all’educazione finanziaria, al sostegno alle imprese creative, al microcredito e alla microfinanza, all’innovazione sociale ed impact investing
Nel corso della terza giornata, l’evento lascerà spazio ai più giovani organizzando la Giornata Europea dell’Educazione Finanziaria.
Di particolare interesse l’ampio spazio dedicato all’educazione finanziaria ed economica con interventi, tra gli altri, di: Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio – FEDUF, ADICONSUM, Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Banca Etica, Cassa Depositi e Prestiti, ISFOL, LIBERA, ABI.
Il programma completo è consultabile sul sito web dell’evento.

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Corso di alta formazione alla scuola di Economia civile

La Scuola di Economia Civile ripropone anche quest’anno, a partire da ottobre, il Corso di alta formazione in economia civile

La Scuola di Economia Civile, che nasce con l’intento di riflettere sui valori che guidano un approccio responsabile al paradigma economico-relazionale dell’Economia civile, centrato sulla reciprocità, sul bene comune e sulla persona, e vanta tra i soci fondatori tra gli altri: il prof. Stefano Zamagni e il prof. Luigino Bruni, ripropone, a partire da ottobre 2016, il Corso di alta formazione in economia civile.
Il Corso analizza il paradigma dell’Economia civile in tutti i suoi aspetti e permette di rileggere l’organizzazione d’impresa e più in generale l’attività economica secondo schemi concettuali che arricchiscono le visioni convenzionali dell’analisi economica e manageriale.
Si compone di due sezioni semestrali, il percorso Dragonetti e il percorso Genovesi, frequentabili anche singolarmente o in anni diversi, senza propedeuticità.
In ogni corso specialistico i docenti approfondiscono alcuni dei temi afferenti all’argomento trattato, guidano l’aula ad un ulteriore approfondimento individuale attraverso la presentazione di una bibliografia guidata, illustrano attraverso testimonianze dirette o presentazioni di casi esperienze concrete. Inoltre, offrono una pillola di storia dell’Economia civile, attraverso il racconto delle sue tappe fondamentali e dei suoi principali protagonisti.

Il corso si rivolge a:
– Quadri, funzionari e dirigenti, soggetti con responsabilità decisionali di organizzazioni, imprese e PA;
– Imprenditori;
– Studiosi e appassionati di scienze economiche e sociali.

Il programma prevede lezioni sui temi quali: impresa ed etica, management aziendale, persona e benessere aziendale, responsabilità civile e territorio, finanza civile.

Tutte le informazioni dettagliate sul Corso e sull’iscrizione sono consultabili sul sito web www.scuoladieconomiacivile.it.

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Educazione finanziaria: poco interesse per gli italiani passata la crisi

Gli italiani sembrano non credere nell’educazione finanziaria e si sforzano di comprendere meglio le dinamiche economiche e finanziarie soltanto durante le crisi, tanto che per ben il 45,7% è difficile prendere decisioni su come investire, comprenderne i rischi, scegliere il momento in cui disinvestire e allocare correttamente i propri risparmi. Questo è quanto emerge dall’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2016 realizzata da Centro Einaudi e Banca Intesa Sanpaolo con un sodaggio Doxa.
L’Indagine, avviata nel 2011, analizza motivazioni, obiettivi e scelte di un campione rappresentativo dei risparmiatori italiani, avvalendosi anche delle serie storiche derivanti dal Rapporto sul risparmio e i risparmiatori in Italia (realizzato dal Centro Einaudi in collaborazione con BNL-Gruppo BNP Paribas dal 1982 al 2009).
Secondo il Rapporto 2016, infatti, gli italiani intervistati che si dichiarano poco o per niente interessati alle dinamiche economiche e finanziarie sono tornati a prevalere, rispetto agli annni precedenti, su coloro che si dichiarano interessati: 53,5% contro 46,5%, su un campione di 1.011 famiglie e 567 piccoli investitori.
Tra i meno sensibili all’educazione finanziaria troviamo gli over 65, che, nel 63,8% dei casi si dichiarano poco o per niente interessati, mentre il 56,5% dei giovani compresi fra i 18 e i 24 anni mostrano un interesse specifico, anche se questo poi non si riflette in un reale impegno ad informarsi. Il livello di interesse sull’educazione finanziaria, rileva l’indagine, è direttamente correlato al grado di istruzione: il 67,9% dei laureati si dichiara interessato, contro il 24,4% di chi ha una licenza elementare.
Tuttavia, nonostante l’interesse, metà degli intervistati sostiene di non dedicare tempo agli approfondimenti e all’educazione finanziaria, mentre solamente il 33,6% dedica al tema un’ora alla settimana.
I più attivi sono invece gli intervistati della fascia intermedia (45-54 anni) e quelli che si stanno avvicinando all’età della pensione (55-64 anni), mentre tra giovani della fascia 18-24 anni, nonostante l’interesse dichiarato, la quasi totalità ammette di non occuparsene per nulla o comunque meno di un’ora a settimana e nessuno degli intervistati si impegna per più di due ore a settimana.

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Digital divide: i giovani italiani non sanno usare il web

Cosa significa digital divide oggi? Secondo l’indagine OCSE-PISA 2012 su Students, Computers and Learning. Making the connection siamo di fronte ad un concetto di digital divide che evolve, spostando l’attenzione dalla possibilità di accesso alle tecnologie verso l’utilizzo che si fa di esse. L’indagine racconta come i giovani italiani non sanno usare il web per uso informativo e di comunicazione, e fa emergere con chiarezza la necessità di integrare le tecnologie digitali nella didattica e di sperimentare nuove metodologie nella pratica pedagogica quotidiana. Ciò al fine di promuoverne l’uso consapevole e critico e formare studenti in quanto cittadini digitali consapevoli, aggiornati e creativi, in grado di “saper svolgere compiti in ambiente digitale”.
I dati sugli studenti italiani non sono confortanti: il 20,9% dei quindicenni non è in grado svolgere semplici compiti di localizzazione e gestione minima delle informazioni proposte da Internet (livello 2 su 5); il 36,6% degli studenti riesce appena o per nulla in grado di gestire le proprie competenze in Lettura in Digitale. Un terzo degli studenti italiani (il 31,4%) si colloca al livello 3, dimostrando una migliore capacità di navigazione e di interazione con un numero maggiore di siti e di informazioni; il 23,8% (poco meno di un quarto del totale) sa svolgere compiti di livello 4, dimostrando di saper valutare e discriminare anche le informazioni e le fonti da cui provengono. Infine, solamente l’8,2% degli studenti italiani si colloca al livello 5 o superiore e, pur a contatto con uno o più ambienti web con cui non ha dimestichezza, è comunque in grado di elaborare una valutazione critica delle informazioni ottenute, nonché di utilizzarle correttamente per la soluzione dei quesiti proposti.
Altro dato interessante riguarda la difficoltà degli studenti italiani che usano Internet per svolgere compiti scolastici di pianificare ed eseguire una ricerca e di valutare l’utilità di una informazione o l’attendibilità delle fonti.
In Italia il 15% degli studenti è del tutto “senza bussola” quando naviga sul web (rispetto a una media OCSE dell’11,6%); inoltre, se si sommano i dati relativi alla “qualità della navigazione” risulta che più del 75% di loro o non conduce alcuna attività di navigazione oppure conduce una navigazione “non orientata” o “insufficiente”, mentre solo il 24,6% conduce una “navigazione principalmente orientata”.
Infine, l’indagine, e l’analisi che ne fa il MIUR, evidenziano una dato molto significativo: in Italia ha accesso a internet il 92,9% degli studenti svantaggiati (6,3 punti percentuali in meno degli studenti avvantaggiati), ma navigano più per motivi ludici rispetto agli avvantaggiati che si connettono anche per un uso informativo e di comunicazione.

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La Biblioteca Nazionale di Firenze, tra risorse on line e mostre virtuali

La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nella sezione Biblioteca digitale, propone una serie di interessanti risorse, gratuite, che permettono di consultare moltissimi testi di difficile reperimento (periodici, carte geografiche, molte foto e memorie di viaggio di epoche diverse che vanno dal XVII secolo in poi).
La consultazione è molto semplice: è sufficiente collegarsi al sito della Biblioteca: www.bncf.firenze.sbn.it e scegliere nella tendina di sinistra il materiale che si desidera visualizzare.
Per i docenti di Storia dell’arte è particolarmente interessante la consultazione di Viaggio in Toscana. Molto bella anche la mostra virtuale Galileo e l’universo dei suoi libri, che permette di consultare le copie digitali delle opere di Galileo, dei suoi discepoli e dei protagonisti del dibattito scientifico intorno a lui.

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Summer School di economia civile in Puglia

La Scuola di Economia Civile (SEC), in collaborazione con AMEC, Accademia Mediterranea dell’Economia Civile, promuove nella bellissima cornice di Martina Franca in Puglia, la Seconda Summer School rivolta a docenti di scuola secondaria di secondo grado.
La Summer School sarà volta ad approfondire la conoscenza dell’economia civile e introdurne i contenuti nei programmi delle loro materie (diritto, economia, cittadinanza e costituzione, filosofia,
religione, ecc.). Si terrà dal 7 al 9 settembre a Casa San Paolo – Martina Franca (Taranto).

La Summer School, secondo il programma, sarà tenuta da Leonardo Becchetti dell’Università di Tor Vergata, Luigino Bruni dell’Università LUMSA di Roma, Luca Raffaele di NEXT – Nuova Economia per Tutti, e da Dirigenti del MIUR e Docenti delle Scuole Superiori.

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I giovani italiani e l’economia: le competenze finanziarie secondo l’OCSE-PISA

I giovani italiani, l’economia e le competenze finanziarie sono due mondi molto distanti. Il basso livello di competenze in questo ambito lo confermano i risultati dell’indagine OCSE-PISA 20122 sul livello di alfabetizzazione finanziaria dei quindicenni, che mostra che tra gli studenti dei paesi OCSE, con un punteggio medio di 466 punti, l’Italia si colloca al penultimo posto sui 18 Paesi OCSE e non OCSE partecipanti alla rilevazione. Il 22% degli studenti, a fronte del 15% della media OCSE, ha riportato un punteggio inferiore a 400, ossia è risultato capace, nella migliore delle ipotesi, di distinguere tra bisogni e desideri e di prendere decisioni di base solo in situazioni quotidiane già sperimentate. La quota dei ragazzi con oltre 625 punti raggiunge solamente il 2%, contro una media del 10% dei 13 paesi OCSE che hanno partecipato alla rilevazione.

Molto vario il livello di competenze finanziarie nei diversi Paesi analizzati: se gli studenti di Shanghai (Cina) ottengono i risultati più alti alle prove di alfabetizzazione finanziaria, fanno bene anche Australia, Comunità fiamminga del Belgio, Estonia, Nuova Zelanda, Polonia e Repubblica Ceca, i cui studenti ottengono punteggi superiori alla media dell’OCSE.

Molto interessante anche il dato che conferma come le competenze in matematica e lettura siano strettamente correlate all’alfabetizzazione finanziaria, anche se un livello alto di competenze in una delle due discipline non significa necessariamente un livello alto di alfabetizzazione finanziaria. A conferma di ciò, gli studenti di Paesi come Francia, Italia e Slovenia ottengono risultati peggiori di quanto ci si potrebbe aspettare, nonostante buoni risultati in matematica e lettura.
L’alfabetizzazione finanziaria, secondo l’OCSE-PISA, è, infatti, da intendersi come “la conoscenza e la comprensione dei concetti e dei rischi finanziari unite alle competenze, alla motivazione e alla fiducia in se stessi per utilizzare tale conoscenza e comprensione al fine di prendere decisioni efficaci in un insieme di contesti finanziari, per migliorare il benessere finanziario delle singole persone e della società e consentire la partecipazione alla vita economica.

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Educazione finanziaria ed economica: primo sì per il Ddl in Commissione Finanze

L’educazione finanziaria ed economica è un aspetto importante della formazione dei cittadini e l’alfabetizzazione di base è un importante elemento di stabilità economico-finanziaria e di sviluppo. La crisi finanziaria ha messo in evidenza, infatti, che la mancanza di educazione in ambito economico è stata una delle cause principali di decisioni finanziarie irrazionali.
A livello mondiale la consapevolezza dell’importanza dell’educazione finanziaria è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, determinando lo sviluppo di un numero crescente di strategie nazionali dedicate, che hanno differenti approcci, ma non prescindono quasi mai dall’organizzazione degli asset istituzionali di governance e dall’individuazione di un soggetto promotore e/o gestore o da una cabina di regia che agevoli le azioni dei diversi attori, pubblici e privati, coinvolti.
In Italia, da ormai qualche anno, si ragiona su una strategia nazionale condivisa e sono due i disegni di legge che si sono susseguiti negli anni senza successo. Importantissima in questo senso, è stata la nascita del Liceo economico sociale (LES) e lo stesso Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha firmato una Carta d’Intenti per l’Educazione alla Legalità Economica in accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Corte dei Conti, Banca d’Italia, ABI ed altri soggetti del mondo no profit, al fine di promuovere l’educazione economica, finanziaria, fiscale a partire dai banchi di scuola e favorire fra i più giovani comportamenti attivi e consapevoli.
Per questo motivo, appare di grande importanza il primo sì arrivato in Commissione Finanze della Camera per il Ddl che contiene le norme per migliorare la «Comunicazione e la diffusione delle competenze di base necessarie per la gestione del risparmio privato».
A livello organizzativo, il Ddl prevede l’istituzione, presso il Ministero dell’Economia (MEF) di un Comitato nazionale per la diffusione dell’educazione finanziaria, un presidio stabile con il compito di sviluppare le attività di comunicazione e diffusione delle competenze necessarie in ambito pubblico che assicurari il coordinamento degli attori pubblici e privati che ne faranno parte come, tra cui: Banca d’Italia, Consob, Abi, ecc.
E’ stata decisa anche l’attribuzione di una delega al Governo ad adottare un programma che definisca una strategia nazionale unitaria per l’educazione finanziaria, in linea con gli indirizzi dell’OCSE.

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