LABORATORIO SUL COMMERCIO EQUO-SOLIDALE I contatti tra il mondo della scuola e la realtà esterna, in questi anni, stanno diventando sempre più frequenti nel territorio Valsesiano: un laboratorio offerto dalla bottega di commercio equo-solidale di Borgosesia ha permesso ai ragazzi del liceo economico-sociale cittadino di approfondire le conoscenze su questo tipo di attività. Nella prima parte dell'intervento Silvia Canelli dell'associazione Abacashi, ha proposto ai ragazzi un'attività pratica che simulava il lavoro in una piantagione di banane. La classe, divisa in tre gruppi, era chiamata a rispondere all'incessante richiesta dei responsabili che con lo scopo di guadagnare sfruttavano i lavoratori. A questa esperienza è seguita una discussione sull'attività e sulla situazione di chi, all'interno del gioco, si trovava ad immedesimarsi in un lavoratore sfruttato. Successivamente un video ha mostrato alla classe le condizioni di una piantagione reale in Costa Rica.I territori di questo paese, per la loro alta produttività, rappresentano un'attrattiva per le multinazionali straniere che da queste zone riescono a trarre elevati profitti. Oltre alla ricchezza del territorio un altro fattore che richiama gli imprenditori occidentali è il basso costo della mano d'opera: la quantità di lavoratori è altissima e permette di mantenere i salari molto bassi; a questo si aggiunge la corruzione dello Stato che non aiuta a tutelare i diritti dei lavoratori. I paesi sfruttati in questo modo si ritrovano ad essere dipendenti dalle multinazionali e spesso sono proprio queste ultime ad assicurare una casa e l'istruzione e perciò a legare a sé tutti i lavoratori. Gli incessanti ritmi di lavoro e le condizioni in cui questo viene svolto vanno a minare pesantemente la salute dei lavoratori che però nonostante i problemi devono continuare a lavorare per sopravvivere. Questo trattamento non è riservato solo ai bananeros ma anche al territorio che si ritrova sfruttato e inquinato fino ad arrivare all'improduttività. In conclusione i ragazzi hanno riflettuto sulle possibili soluzioni da adottare ragionando sul fatto che essendo loro i consumatori che comprano prodotti ottenuti in questo modo non fanno altro che incrementare questo mercato. La volontaria ha perciò descritto il lavoro dell'associazione Abacashi e più in generale il mercato del commercio equo-solidale. Questa attività implica un contatto diretto tra produttori e consumatori che elimina l'intervento della multinazionale: i diritti dei lavoratori e le loro condizioni sono migliorati e tutelati; acquistando nelle botteghe equo-solidali i consumatori si fanno partecipi di un progetto più grande di rispetto e tutela dei territori e delle popolazioni altrimenti sfruttate. Elisa Rastelli, 3s A